Si celebra sabato 22 aprile la 53a Giornata mondiale della Terra, importante manifestazione per la salvaguardia del pianeta, proposta la prima volta nel 1970 negli Stati Uniti e fatta propria dall’ONU nel 2009 con una risoluzione dell’Assemblea generale. È organizzata dal movimento ambientalista “Earth Day Network”.
La “vita sulla terra” è il titolo dell’Obiettivo di sviluppo sostenibile numero 15 dell’Agenda 2030: “Proteggere, ripristinare e favorire un uso sostenibile dell’ecosistema terrestre, gestire sostenibilmente le foreste, contrastare la desertificazione, arrestare e far retrocedere il degrado del terreno, fermare la perdita di diversità biologica”.
Un tempo sarebbe stato sufficiente un approccio conservativo: non inquiniamo di più, limitiamo i consumi, comportiamoci meglio e così via. Oggi ci si rende conto (con grave ritardo) che non basta frenare, bisogna invertire la rotta. È necessario cambiare sul serio. La Terra non va solamente tutelata, essa va guarita. È malata, in certi casi in modo grave.
Una forte richiesta di cambiamento è emersa dal recente incontro organizzato dall’ASviS (l’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile) e dal Club di Roma. Sandrine Dixson-Declève, copresidente del Club di Roma, ha chiarito bene i termini della questione. “Sappiamo che la riduzione delle emissioni attraverso un efficientamento graduale dei sistemi di produzione e consumo non sarà sufficiente per affrontare la crisi climatica che è già in atto e rischia di andare fuori controllo. Piccoli cambiamenti all’interno dell’attuale sistema economico non risolveranno la crisi delle risorse, della biodiversità e non affronteranno le ingiustizie tra i Paesi e all’interno dei Paesi”. Quindi: “Dobbiamo ripensare completamente il sistema attuale e crearne uno adatto alle sfide e alle opportunità del ventunesimo secolo. Al centro di questa trasformazione c’è la necessità di ridefinire le relazioni tra Europa e quei Paesi che storicamente hanno fornito le risorse che alimentano i nostri stili di vita, attualmente non sostenibili. Transizione energetica e Green deal europeo vogliono dire molto più che sostituire i combustibili fossili con le energie rinnovabili: sono opportunità concrete per porre fine a un sistema che premia sproporzionatamente i ricchi a spese dei più poveri”.
Autore: Paolo Bill Valente