Sono ormai pochi coloro che possono avere un ricordo personale dell’8 settembre 1943. E non sono troppi nemmeno quanti sanno davvero, per averlo sentito raccontare in famiglia o per averlo studiato a scuola, che cosa accadde (dopo) quel fatidico giorno di esattamente 80 anni fa.
La sera dell’8 settembre 1943 il capo del Governo Pietro Badoglio annuncia via radio la firma dell’armistizio con le potenze alleate. La reazione germanica è immediata. In Alto Adige le unità dell’esercito tedesco, già presenti in forze, intimano la resa ai militari italiani. Ci sono episodi di resistenza, una trentina di morti e diversi feriti. I soldati, fatti prigionieri, sono condotti a Bolzano e deportati nei lager oltre Brennero. Una parte della popolazione di lingua tedesca accoglie questa situazione con entusiasmo, credendo di vedere nell’ingresso delle truppe germaniche l’agognata liberazione da vent’anni di oppressione nazionale.
Il 10 settembre è istituita la Zona di operazioni delle Prealpi (Operationszone Alpenvorland) che comprende le province di Bolzano, Trento e Belluno. Essa appartiene formalmente all’Italia, ma è sottoposta all’amministrazione del Terzo Reich.
Pochi giorni dopo scatta la retata degli ebrei. A seguito delle leggi razziali italiane del 1938, la popolazione ebraica della provincia si era già molto ridotta. I più si erano trasferiti altrove e a Merano erano rimaste alcune decine di persone. Ventidue di esse (seguite poi da altre) sono arrestate dal SOD (Sicherheits- und Ordnungdienst) per ordine delle SS e avviate, il 16 settembre, ai campi di sterminio. È la prima tragica deportazione da territorio italiano.
Nella Zona è reintrodotta la lingua tedesca nelle scuole, negli uffici e nella toponomastica. A Bolzano si istituisce un tribunale speciale. I podestà e i principali funzionari pubblici sono rimpiazzati con uomini di fiducia del nuovo regime. La stampa, sia di lingua italiana che tedesca, subisce gravi restrizioni. I confini sono resi impermeabili. Si impone, in diverse forme, l’arruolamento di tutti gli obbligati al servizio di guerra per la vittoria finale del Reich. A Bolzano, nell’estate del 1944, si crea un campo di concentramento “di transito”.
Per l’Alto Adige venti mesi di buio. Si chiuderanno con le stragi di fine aprile e inizio maggio 1945 e con la prospettiva di un futuro incerto.
Autore: Paolo Bill Valente