I veri testimoni sono divisivi. Sono pietre d’inciampo

Gli studenti del Liceo scientifico di Partinico, provincia di Palermo, si sono espressi contro l’intitolazione della scuola a Peppino Impastato. Si tratta di una figura “divisiva”, dicono. Ma quale vero testimone, quale autentico resistente – quando non sia stato ridotto a un innocuo santino – non risulta divisivo?

Ricorre proprio in questi giorni (18 marzo) l’anniversario della proclamazione a beato di Josef Mayr-Nusser. C’è un rischio: che l’onore degli altari lo collochi in alto, dove non dà più fastidio. Le pietre d’inciampo, quelle che fanno male, sono invece sulle strade. Il messaggio di Pepi Nusser resta scomodo, nella società e nella chiesa, disse il figlio Albert, perché il suo esempio obbliga “a riconoscere il diritto di un uomo ad agire secondo coscienza contro l’autorità, se questa è totalitaria e assassina. A riconoscere la libertà dell’individuo di dire ‘no’. Un salto culturale molto difficile in un mondo ancorato al principio della cieca obbedienza”. Anche a lui, nel 1985, si sarebbe voluta negare l’intitolazione di una scuola. È personaggio divisivo.

Non stupisce che Peppino Impastato, colpito perché si oppose apertamente all’arroganza, agli abusi di potere, alle violenze della criminalità organizzata, non sia amato da tutti. Non tanto per i suoi modi impattanti, ma perché mise (e mette) in evidenza le tragiche contraddizioni del potere mafioso. Disse: “La mafia uccide, il silenzio pure”. Fu fatto saltare in aria lo stesso giorno in cui le Brigate Rosse troncarono la vita di Aldo Moro (9 maggio 1978). Personaggi divisivi.

Sia chiaro: non basta essere divisivi per dare testimonianza del bene. Ci sono personaggi, molto pieni di sé, a cui piace proprio essere divisivi (e giudicanti). Non sono testimoni, ma solo dei bastian contrari seminatori di zizzania. Il testimone però, quello autentico, non può che essere divisivo. Suo malgrado. Per mettere d’accordo tutti bisogna invece tendere al nulla. Inchinarsi alle contraddizioni anziché denunciarle.

Dell’unico (anche lui divisivo: “Sono venuto a separare…”) capace di restare pietra d’inciampo anche una volta “innalzato da terra”, di “separare” e, al tempo stesso, di “attirare tutti a sé”, ricorderemo la storia (tragica ma piena di buone notizie) la settimana che viene.

Mi è rimasto impresso il cartello, un semplice foglio A4 stampato alla buona, appeso alla parete del suo ufficio da uno che fu poi “struck from the list”; una frase tratta da uno scritto assai diffuso ma poco praticato: “Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi”. Appunto.

Autore: Paolo Bill Valente

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