“Sporcatevi le mani, mordete la vita, impegnatevi”

Tra i primi atti politici importanti del nuovo anno ci sarà l’elezione del Presidente della Repubblica. Intanto Sergio Mattarella, nel congedarsi dal 2021 e dal suo settennato, ha dato importanti spunti di riflessione. Lo ha fatto nel tradizionale discorso del 31 dicembre: un viatico per un 2022 ancora pieno di incognite.

“Ho percepito accanto a me l’aspirazione diffusa degli italiani a essere una vera comunità, con un senso di solidarietà che precede, e affianca, le molteplici differenze di idee e di interessi”. Il presidente della Repubblica Mattarella sottolinea la capacità che molti hanno avuto di guardare ai bisogni e alla situazione degli altri, un atteggiamento necessario se si vuole superare l’emergenza. Grazie dunque “per la maturità e per il senso di responsabilità” a chi, “fidandosi della scienza e delle istituzioni, ha adottato le precauzioni raccomandate e ha scelto di vaccinarsi”.
Centrale, nel discorso del Presidente, il ruolo dei giovani, presente e futuro. Essi “sono portatori della loro originalità, della loro libertà. Sono diversi da chi li ha preceduti. E chiedono che il testimone non venga negato alle loro mani”.
Alle nuove generazioni Mattarella sente di dover dire: non fermatevi, non scoraggiatevi, prendetevi il vostro futuro perché soltanto così lo donerete alla società. Lo fa con le espressioni tratte da una lettera del professor Pietro Carmina, vittima del drammatico crollo di Ravanusa, che nel salutare i suoi studenti al momento della pensione, aveva scritto: “Usate le parole che vi ho insegnato per difendervi e per difendere chi quelle parole non le ha. Non siate spettatori ma protagonisti della storia che vivete oggi. Infilatevi dentro, sporcatevi le mani, mordetela la vita, non adattatevi, impegnatevi, non rinunciate mai a perseguire le vostre mete, anche le più ambiziose, caricatevi sulle spalle chi non ce la fa. Voi non siete il futuro, siete il presente. Vi prego: non siate mai indifferenti, non abbiate paura di rischiare per non sbagliare…”.

Autore: Paolo Bill Valente

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