“Mi chiedo sempre quale senso possa avere ogni vita se non si apre e non si trasforma in dono. È quello che c’è dentro i nostri cuori che qualifica e dà significato all’avventura dei nostri giorni”. Lo diceva don Giancarlo Bertagnolli. Alla vigilia della giornata internazionale del Volontariato (5 dicembre), parole quanto mai attuali.
“Come persone amate, la nostra più grande realizzazione sta nel diventare pane per gli altri”, suggeriva don Giancarlo, instancabile promotore, in Alto Adige, dell’impegno volontario e del suo spirito autentico. Nel luglio 2001, a Bressanone, di fronte al presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, disse: “L’etica del volontariato comporta la capacità di non accontentarsi, di cercare, pensare, agire, essere scomodi per migliorare la condizione sociale di tutti: non solo attraverso la pressione sulle istituzioni, ma anche e soprattutto attraverso la testimonianza personale e di gruppo, la proposta. Il progetto di relazioni personali e comunitarie attente alla ricerca ed alla promozione della giustizia”.
Citava spesso, don Giancarlo, il primo presidente di Caritas Italiana mons. Giovanni Nervo, che ammirava immensamente: “In un momento in cui è in atto un’evoluzione dal volontariato verso il non profit e verso l’economia sociale, e alle volte sul volontariato piovono anche molti soldi, è di essenziale importanza che il volontariato mantenga la sua identità di lavoro gratuito, sia per custodire un valore fondamentale, sia per conservare alle cooperative sociali e al non profit l’anima e i valori da cui sono nati: il rispetto per le persone, lo spirito di servizio, la scelta preferenziale dei poveri, la tutela dei più deboli e la giustizia sociale”.
“Quando pensiamo al nostro essere volontari”, insisteva don Giancarlo, “al nostro darci agli altri, quello che ci viene subito in mente è il condividere i nostri talenti. Cioè quella capacità di fare cose belle e di farle bene e con costanza. E quando parliamo di talenti tendiamo a dimenticare che il nostro vero dono non è tanto quello che possiamo fare, ma quello che noi siamo. Chi possiamo essere per gli altri? La vera domanda non è: cosa possiamo offrirci gli uni agli altri, ma chi possiamo essere gli uni per gli altri?”
Autore: Paolo Bill Valente