È quasi un nuovo rito dell’inverno. Tutti gli anni tornano Babbo Natale e la Befana, la neve (poca) e i saldi di fine stagione. E con essi l’emergenza freddo, la scomoda figura della persona senza dimora e le polemiche senza costrutto. Nei giorni attorno all’Immacolata un ragazzo, a Bolzano, è morto assiderato.
L’esperienza di chi lavora nel settore dell’accompagnamento alle persone senza abitazione è duplice. Da un lato è chiaro che il freddo invernale non è una “emergenza” ma una situazione costante, ricorrente in modo regolare, come sanno anche i bambini. Chiamare il freddo “emergenza” dà solo la misura della miopia – o della disattenzione – di chi dovrebbe affrontare le cose per tempo e non lo fa. Poi all’improvviso arriva il freddo, si temono i morti ed è “emergenza”.
Il secondo dato che affiora in particolare dal monitoraggio svolto dalla Fio.PSD (la Federazione Italiana Organismi per le Persone Senza Dimora) è che normalmente non si muore per il freddo, ma per la mancanza di casa. Ciò che uccide non è la bassa temperatura ma la vita di strada.
La Fio.PSD conta in tempo reale i morti tra le persone senza dimora (la “strage invisibile”). Nel 2022 sono state 388. Nelle prime settimane del 2023 già oltre 25. Un morto al giorno. Non solo in inverno (circa un terzo), ma in tutte le stagioni (i restanti due terzi). Secondo i dati raccolti dalla rete Fio.PSD, il 92 per cento delle persone morte erano uomini, per due terzi stranieri, età media 49 anni.
“Il luogo di ritrovamento racconta che la causa principale non è il freddo. Non è stato sempre facile, infatti, risalire alle ragioni primarie, ma sempre, grazie alla ricostruzione di chi conosceva le persone, è stato possibile riscontrare come il 60 per cento dei decessi è avvenuto per incidente, violenza, suicidio e il 40 per cento per motivi di salute”. “La salute delle persone senza dimora è uno degli aspetti più importanti su cui da anni i servizi del lavoro sociale provano a lavorare. Eppure, l’accesso ai servizi di cura o l’avvio di percorsi di prevenzione sono ad oggi difficilissimi da realizzare”. La causa della “strage invisibile” non è dunque il freddo, ma la mancanza di casa, di cure e di relazioni. E questa è la vera emergenza.
Autore: Paolo Bill Valente