La notizia del ritrovamento del corpo esanime di una bimba neonata in un cassonetto per la raccolta degli indumenti usati in zona Città Studi a Milano ha fatto rapidamente il giro del Paese. Di fronte alla drammatica evidenza di una morte non spiegabile, s’impongono le domande sulla fragilità e sul valore della vita.
Un contenitore giallo come tanti altri, come ovunque, destinato alla raccolta di indumenti usati, il ricavato della cui vendita va a sostegno delle opere di una Caritas diocesana. Attività capace di dare lavoro, in questo caso agli operatori della cooperativa Città e Salute. Forse non è un caso che sia stato scelto proprio uno di questi cassonetti come luogo a cui consegnare il piccolo cadavere. Quasi un tardivo grido di aiuto. O la ricerca, a tempo ormai scaduto, di un frammento di prossimità.
Tra i primi a reagire al triste evento Luciano Gualzetti, direttore di Caritas Ambrosiana: “Abbiamo appreso con sgomento dai media la triste notizia”, ha detto. “Esprimiamo il nostro dolore più profondo per quanto accaduto e la nostra preghiera per la piccola vita perduta, oltre che per le persone coinvolte”. Ha ricordato come “i nostri Centri d’ascolto e i nostri servizi quotidianamente accompagnano e sostengono, spesso collaborando con i Centri di aiuto alla vita, genitori e madri alle prese con maternità indesiderate o difficili”. E ha concluso: “Avvenimenti dolorosi, come quello avvenuto ieri, ci confermano nell’impegno per la tutela e per la promozione della vita nascente e per il sostegno a nuclei familiari in difficoltà, e ci spronano a intensificare tale attenzione”.
L’appello a una maggiore attenzione e a un rinnovato impegno è forse l’unica reazione consona di fronte a una realtà che per il resto suggerisce silenzio e raccoglimento. Per chi vuole: la preghiera. Sapendo che l’unica preghiera degna di questo nome è quella che riconduce nella realtà, nella storia, sulla strada, con tutte le sue povertà, con i suoi bisogni ai quali ognuno, e non solo la Caritas o altre organizzazioni, è chiamato a dare risposta.
La veglia di domenica sera, ha detto il parroco del quartiere, è “per la mamma, il cui pancione al nono mese non è stato notato nella Milano presa dal Salone del Mobile”. Si è pregato anche “per tutte le altre persone coinvolte in questa triste vicenda. Anche noi lo siamo. Non possiamo restare indifferenti”.
Autore: Paolo Bill Valente