Lavoro flessibile: pro, contro e una domanda

Dopo la stagione acuta del Covid, il cosiddetto “lavoro flessibile” è rimasto nelle amministrazioni pubbliche come uno degli effetti di lungo periodo. Arge Alp ha raccolto le esperienze dei suoi territori, tra cui quello altoatesino, basate su indagini svolte tra i dipendenti. “Lavoro flessibile”. Ma per chi?

La Provincia di Bolzano ha mantenuto per il suo personale lo “smart working”, quella forma di “lavoro agile” che era già stata inserita nel contratto collettivo intercompartimentale nel 2020. Sulla base di accordi individuali con il datore di lavoro, attualmente più di tremila dipendenti provinciali svolgono parte del loro orario d’ufficio da casa.

Secondo il Direttore generale della Provincia, Alexander Steiner, “il lavoro agile, in emergenza, è stato uno strumento cruciale a garanzia della sopravvivenza del nostro sistema economico, sociale e sanitario. Ora, però, dopo esserci lasciati alle spalle due anni straordinariamente complessi, può rappresentare un elemento chiave per portare aria nuova nelle nostre organizzazioni, rimettere le persone al centro della struttura del lavoro e finanche ristabilire il necessario equilibrio tra uomo e natura”.

Due indagini svolte tra i dipendenti provinciali hanno provato a verificare pro e contro del lavoro a distanza. Sarebbero principalmente due gli aspetti nei quali è stato riconosciuto il beneficio dello smart working: nelle maggiori possibilità di conciliazione vita-lavoro e nel risparmio di tempo per gli spostamenti. Gli aspetti percepiti come più problematici si sono rivelati essere l’isolamento e la carenza di informazioni rispetto a quanto accade in ufficio, la dotazione tecnologica e la comunicazione coi colleghi. I partecipanti all’indagine hanno in generale espresso il proprio interesse a proseguire l’esperienza di smart working anche in futuro, preferibilmente per un paio di giorni a settimana.

Sembra evidente, dalle indagini e dall’esperienza, che il lavoro “da casa” piace a molti dipendenti. I motivi profondi e le conseguenze nel tempo dovranno forse essere messi a verifica con indagini più strutturate. Certamente ci si può domandare fin d’ora che cosa pensano gli altri cittadini, che sono utenti e destinatari del lavoro dei dipendenti pubblici: sono anch’essi soddisfatti e a loro agio nella flessibilità del nuovo modello organizzativo?

Autore: Paolo Bill Valente

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