Questa domenica 432.156 altoatesine e altoatesini sono chiamati a rinnovare col loro voto il Consiglio provinciale e, di conseguenza, la metà del Consiglio regionale. Si sono presentate 16 liste che propongono 488 candidate e candidati. Quale lettura del passato, del presente e del futuro danno queste forze politiche?
Ma possiamo davvero ancora parlare di politica, ovvero dell’arte di costruire insieme il bene comune? Il bene comune va definito tenendo conto del contesto. Se ci guardiamo intorno – ma ci guardiamo intorno noi abitanti del villaggio di Asterix? – che cosa vediamo?
A poche ore di macchina da noi infuria una guerra che da oltre un anno e mezzo mina gli equilibri geopolitici europei e globali e produce morti, feriti, profughi, distruzione, miseria. Prima che scoppiasse il conflitto in questa forma, esso era già presente nell’incapacità delle popolazioni di quelle terre di trovare le ragioni e i modi di una convivenza dai tratti umani.
Ai margini d’Europa, nel Nagorno Karabakh, un’intera minoranza etnica è stata costretta, sotto gli occhi impotenti e forse complici della cosiddetta “comunità internazionale” ad abbandonare la propria terra.
Al di là del nostro mare – divenuto peraltro il cimitero di decine di migliaia di disperati – si è infiammato un conflitto tra popoli che perdura da decenni e che ha le sue radici nell’incapacità del cosiddetto Occidente e della vecchia Europa di trovare soluzioni creative ed efficaci a una situazione che sempre sarà presente: la convivenza di diverse culture, lingue, tradizioni.
In questo contesto nel villaggio di Asterix il tema che papa Francesco ha definito “capacità di vivere insieme nelle differenze” è diventato un tabù. Anzi si fa appello – senza dirlo – alla compattezza etnica (Zusammenhalten), che sola avrebbe portato al successo dell’autonomia.
L’autonomia senza la valorizzazione delle differenze però è una parola vuota e la “capacità di vivere insieme nelle differenze” non si sviluppa e non si mantiene con gli appelli alla compattezza, ma con l’esercizio dell’ascolto e del rispetto e facendo sì che ognuno possa sentirsi/essere a casa. In Alto Adige come in tutto il resto del mondo.
Autore: Paolo Bill Valente