Fisarmonica e… ciano

E’ nato a Bolzano nel 1996. Suona la fisarmonica da quando aveva 8 anni, e ancora oggi la musica occupa gran parte della sua vita. Lavora come programmista multimediale presso la sede Rai di Bolzano dal 2022, e da quest’anno conduce ogni giovedì il programma radiofonico di attualità culturale “Onde Vagabonde”. Dal 2016 fa parte della band “The Rumpled”, con cui ogni anno si esibisce in una quarantina di concerti in Italia e all’estero.

La cosa di me che mi piace di più.

Il mio altruismo, il mio spirito di iniziativa, l’impegno e la dedizione che metto nelle cose che amo.

Il mio principale difetto.

Talvolta fatico a mettermi in discussione, e spesso non ascolto come dovrei i consigli giusti.

Il capriccio che non mi sono mai tolto.

La mia passione per le caramelle gommose. Quelle zuccherate.

Non sopporto…

La sempre più pervasiva dipendenza delle persone da cellulare e da social. E le mosche.

Per un giorno vorrei essere…

Uno dei tennisti più forti al mondo, per vivere la sensazione di colpire la pallina a quella velocità. Magari giocando un match sui prati di Wimbledon.

Nel mio frigorifero non mancano mai…

Uno o più scompartimenti vuoti.

Se fossi un animale sarei…

Un gatto. Domestico, pigro e viziato.

Sono stato orgoglioso di me stesso quella volta che…

Ho preso tra le mani il primo Cd pubblicato con la mia band, i The Rumpled. E quando abbiamo aperto tre concerti di Vasco Rossi, e abbiamo visto saltare e battere le mani a tempo sulle nostre note una folla di oltre centomila persone.

L’ultima volta che ho perso la calma.

Recentemente, in seguito a una forte ginocchiata contro il mio letto, contro il quale ho con forza inveito accusandolo di essere troppo spigoloso.

La prima cosa che faccio al mattino.

Do il bacio del buongiorno alla mia compagna. E poi mi rammarico di dovermi alzare.

La persona che ammiro di più.

Michele Salvemini, aka Caparezza. Per la sua musica ma soprattutto i suoi testi. Un genio assoluto.

Il mio motto.

Non dare per scontati i momenti felici e goditeli al massimo.

La massima stravaganza della mia vita.

Aver fatto da testimone di nozze a una perfetta sconosciuta.

Il mio colore preferito.

Il ciano. Un determinato tipo di ciano. Ne sono così ossessionato che tutte le persone che mi conoscono lo sanno.

I piedi nella neve

Agostino Accarino ha vissuto fino all’età di 17 anni a San Candido in Val Pusteria. Ho iniziato a lavorare all’Ospedale di Bolzano nel 1976 e successivamente al Sindacato CGIL prima nel settore pubblico ed adesso con il Sindacato Pensionati. Da sempre è un grande appassionato di musica; ha iniziato nelle radio private alla fine degli anni ‘70 per poi passare alla musica suonata come cantante della Spolpo Blues Band ed Ago and Friends. Da 10 anni è co-organizzatore del festival blues internazionale “An evening with the Blues” che si tiene a San Giacomo di Laives.

La cosa di me che mi piace di più.

La curiosità.

Il mio principale difetto.

Avere sempre l’ultima parola.

Il mio momento più felice.

La nascita di mio figlio.

Il capriccio che non mi sono mai tolto.

Volare con il deltaplano.

Il luogo dove vorrei vivere.

Alto Adige/Südtirol.

Il mio piatto preferito.

Pustertaler Schlutzkrapfen.

Non sopporto…

Le persone false.

Per un giorno vorrei essere…

Il frontman dei Rolling Stones.

Nel mio frigorifero non manca mai…

La cioccolata.

L’ultima volta che ho perso la calma.

Sabato scorso.

La prima cosa che faccio al mattino.

Un bacino alla moglie.

Il superpotere che vorrei avere.

Riuscire a cancellare le guerre dal mondo.

La disgrazia più grande.

La perdita di un caro amico.

Il mio ultimo acquisto.

Una E-Bike.

Cosa apprezzo di più del luogo in cui vivo?

La convivenza e l’integrazione.

Amo il mio lavoro perché…

è ricco di soddisfazioni.

L’errore che non rifarei.

Non terminare gli studi.

Il mio motto.

Avere il controllo del proprio tempo.

La mia maggiore paura.

Che non si riesca a vivere in pace.

Il mio primo ricordo.

Con i piedi nella neve a San Candido.

Sulle onde dell’emozione

Bolzanino classe 1975, sposato con Maria e papà di Eleonora (17 anni) e Chiara (8), è un giornalista iscritto all’albo professionale dal 2006 e attivo da 24 anni nel mondo della comunicazione. Attualmente è il responsabile della comunicazione sportiva dell’Atalanta. In passato ha ricoperto i ruoli di responsabile della comunicazione e dell’ufficio stampa di Hellas Verona e FC Südtirol. Prima di specializzarsi nella comunicazione per club calcistici, ha collaborato con testate locali come Alto Adige, RTTR, TCA e NBC.

La cosa che più mi piace di me.
Mi nutro di passioni, emozioni, sentimenti forti. Ogni giorno. E non mi bastano mai.


Il mio principale difetto.
Sono molto permaloso, anche se nego di esserlo.
Il mio momento più felice.
Quando ho conosciuto Mary, mia moglie. Mi ha cambiato la vita. Con lei accanto niente mi fa più paura.

Da bambino sognavo di diventare…
Un giornalista. A 6 anni riempivo quaderni di “articoli”. Per divertimento.

Il capriccio che non mi sono mai tolto.
Un viaggio con mia figlia più grande, Eleonora, per chiacchierare assieme. Solo io e lei, senza distrazioni.

Il luogo dove vorrei vivere.
Barcellona. Città che mi trasmette serenità, gioia e spensieratezza.

Il mio piatto preferito.
La torta di patate nonesa. Ma buona come quella di mia nonna non l’ho più mangiata.

Non sopporto…
Quando mi sottovalutano. Ma è il momento in cui do il meglio di me stesso.

Nel mio frigorifero non manca mai…
Il tè alla pesca.

Se fossi un animale sarei…
Un riccio.

Sono stato orgoglioso di me stesso quella volta che….
Ho saputo ricostruire un dialogo con mio papà dopo anni di silenzi.

Dove mi vedo fra 10 anni.
Nel calcio. La passione di una vita e la mia miglior forma di espressione.

Tre aggettivi per definirmi.
Passionale, generoso, emotivo.

Il mio film preferito.
“La ricerca della felicità” di Gabriele Muccino con Will Smith.

Il mio attore preferito.
Denzel Washington.

Amo il mio lavoro perché…
Perché sa regalare emozioni intensissime e uniche per uno come me che vive tutto col massimo trasporto emotivo.

I viaggi e la libertà

La vita e la vita nella scuola di Luisanna Fiorini sono un’unica cosa. Musicista, professoressa, maestra, dirigente scolastica, direttrice del servizio di valutazione provinciale, ricercatrice, docente universitaria e formatrice; è stata queste cose ogni volta, fino a quando si è divertita. Ha sempre avuto fiducia nei giovani, che sono la sua forza. Ora che è in pensione a mancargli sono loro, le studentesse e gli studenti, e in particolare gli sguardi indomiti dei più difficili, quelli che avevano più bisogno di lei. Cerca il futuro in ognuno dei suoi viaggi. Il presente lo vive.

La cosa che mi piace di più di me stessa.

La perseveranza.

Il mio principale difetto.

L’impulsività.

Da bambina sognavo di diventare…

Ricca.

L’errore che non rifarei.

Nessuno, sono contenta dei miei errori.

La persona che invidio di più.

Chi inizia un viaggio.

La persona che ammiro di più.

Chi dedica totalmente la sua vita a servizio della libertà altrui.

Un libro da portare sull’isola deserta. 

Un manuale su come sopravvivere.

Il capriccio che non mi sono mai tolta.

Cerco di assecondare tutti i miei capricci.

L’ultima volta che ho perso la calma.

Oggi?

La mia occupazione preferita. 

Curare il mio orto e viaggiare.

Il paese dove vorrei vivere. 

Se non l’Italia, l’Argentina.

Non sopporto…

L’ipocrisia.

La qualità che preferisco in un uomo.

Il lato femminile.

La qualità che preferisco in una donna.

L’indipendenza e l’autonomia.

Dico bugie solo…

A chi non stimo.

La mia paura maggiore.

Ho troppa paura per dirlo.

La disgrazia più grande.

La guerra.

L’oggetto a cui sono più legata.

Tutte le mie collane.

La massima stravaganza nella mia vita.

Oh, tante, adoro la stravaganza.

Mi sono sentita orgogliosa di me stessa quando…

Quando da ultra quarantenne ho preso la seconda laurea.

Il mio motto.

Vai avanti!

Il mio più grande rimorso.

Aver smesso di suonare e cantare a livello professionale.

La musica nel sangue

Nei suoi sessant’anni di età Gregor Marini ha collaborato con una serie infinita di musicisti: è difficile trovarne di locali che non abbiano lavorato con lui. Ma nel suo curriculum appaiono nomi anche internazionali che per la maggior parte della “gente comune” sono inarrivabili. Gregor Marini, chitarrista, compositore, arrangiatore e ingegnere del suono, ha girato i palchi di mezzo globo prima di tornare nel suo Alto Adige, dove oggi lavora – naturalmente – nel campo della musica.

Il mio principale difetto.

Essere sapientone.

Il mio momento più felice.

Quando ho smesso di frequentare la scuola.

La persona che ammiro.

Non ammiro persone.

Un libro sull’isola deserta.

Un libro non basterebbe. 

La mia occupazione preferita.

Creare.

Il paese dove vorrei vivere.

Ci vivo già.

Il mio piatto preferito.

Quello tondo.

Non sopporto…

I turisti.

Per un giorno vorrei essere.

Me stesso.

La mia paura maggiore.

Morire in agonia.

Nel mio frigo non mancano…

Un buon bianco secco e del formaggio.

Se fossi un animale sarei.

Estinto.

Mi sono sentito orgoglioso quando…

Ho imparato a nuotare da solo.

Il mio motto.

Non avere un motto.

Il capriccio che non mi sono mai tolto.

Quello “Diabolico” di Mario Castelnuovo Tedesco.

Il giocattolo che ho amato di più.

La chitarra.

I miei poeti preferiti.

Bertold Brecht, Hilde Domin, Zbigniew Herbert, Tomas Tranströmer.

I miei pittori preferiti.

Pablo Picasso, Salvador Dalì, Francisco de Goya, Jan Vermeer.

Il dono di natura che vorrei avere.

Un’ottimo senso per gli affari.

Dico bugie solo… 

Quando  non ho voglia di discutere.

Dove mi vedo fra dieci anni.

Nello stesso posto di adesso ma con 10 anni di cattiveria in più.

Il colore che preferisco.

Il ciano.

L’ultima volta che ho perso la calma.

In autostrada.

Da bambino sognavo…

Di diventare uno dei Beatles.

Autore: Luca Masiello

Musica e tanta cultura

Qui Intervista a Max Carbone. Pubblicista, copywriter, autore televisivo, musicista non professionista, Max Carbone è stato direttore artistico per 8 edizioni di AlpsKlang. Dal 2023 è direttore artistico di “ur-klang/music comes from everywhere”. è membro fondatore della piattaforma online OSKOWEBTV, per la quale cura la rubrica “linee aeree”. Vive con Delia e ha due figli, Alice e Tommaso.

La cosa che mi piace di me.

Le mani, le ho prese da mia madre. Poi riesco a ridere delle mie battute surreali. Sono creativo in cucina, con ottimi risultati. Potrei anche definirmi un soggetto con alta capacità di rimozione, ma è un’attività molto pericolosa perché quello che butti fuori dalla porta rientra dalla finestra.

Il mio principale difetto.

Questo lo lascio dire a chi mi conosce. Potrei dire di essere scarsamente empatico.

Il mio momento più felice.

La nascita dei miei figli. Meno poetica fu quella volta che, sui 15 anni, riuscii, prima del mio amico Fabio, a buttarmi di testa dal terzo trampolino del lido di Merano. Il coraggio me lo feci venire perché passava la ragazzina che mi piaceva.

Le persone che ammiro di più.

Tutte le persone capaci di disciplina, cosa che a me difetta. Anche coloro che hanno la capacità di dire di no.

Un libro sull’isola deserta.

La trilogia del potere di Juenger, Le scogliere di marmo, Heliopolis e Eumeswil  e la trilogia di Valis di Dick. 

La mia occupazione preferita.

Leggere libri e ascoltare musica. Ma più di tutto suonare il mio Fender Jazz con i miei amici musicisti.

Il paese dove vorrei vivere.

Sei mesi a Lizard, in Cornovaglia, e sei mesi a Napoli.

Il mio piatto preferito.

Tutto il pesce, a colazione compreso. Ho un amico che fa i canederli con le sarde, in questo caso resto perplesso e non li ho ancora provati.

Non sopporto…

Tutti i fanatismi. Poi, di sicuro, il fegato e la trippa. 

Per un giorno vorrei essere… 

Colui che è in grado di decidere la sorte di tutti i dittatori. 

La mia paura maggiore.

Le grandi navi, in altre vite sono certamente deceduto in un disastro navale.

Se fossi un animale sarei…

Una rondine, lassù a far casino d’estate con tutte le altre. E poi migrare. 

Mi sono sentito orgoglioso quando…

Forse quando alle elementari la maestra Riva decise di affidarmi il compito di andare col marito a consegnare i regali di Natale alle famiglie dei loro amici. Tornai a casa con una bella mancia, tante monete.

Il mio motto.

è assegnato a Pulcinella: dove c’è una catastrofe c’è sempre una via di uscita.

Il dono di natura che vorrei avere 

L’orecchio assoluto.

La voglia di socializzare

Qui Intervista a Matteo Groppo. Nato a Bolzano nel 1978, è fotografo professionista da circa quindici anni. Dopo la scuola superiore si è trasferito a Bologna e successivamente a Torino, dove ha avuto un incontro che lo ha spinto a iniziare a lavorare per la televisione austriaca “ORF”. Passati cinque anni ha deciso dedicarsi alla fotografia. Ha all’attivo tre mostre a livello nazionale, di cui due fisse, a Lisbona e a Ginevra. è stato premiato nel 2020 tra i primi cinquanta fotografi per il “Sony photography awards”.

La cosa di me che mi piace di più… 

La voglia ed il bisogno di socializzare.

Il mio momento più felice…

Ovviamente è stato quando quasi nove anni fa è nata mia figlia Matilde.

Da bambino sognavo di diventare… 

Un musicista affermato e un campione di basket (…)

Il capriccio che non mi sono mai tolto. 

Purtroppo è il tabagismo.

Il luogo dove vorrei vivere.

Dopo essere vissuto quarant’anni tra le montagne, vorrei stare al mare. Probabilmente mi piacerebbe Vieste.

Il mio piatto preferito.

Sicuramente lo spiegeleier mit speck.

Non sopporto… 

Quando le persone generalizzano su questioni sociali. Ad esempio sui migranti.

Per un giorno vorrei essere…

Spensierato come lo ero da ragazzino.

Tre aggettivi per definirmi. 

Basso, pelato e creativo.

Il mio film preferito.

“I sogni segreti di Walter Mitty”.

Il mio attore preferito.

Alessandro Gassman, sia in teatro che al cinema, ma ne amo tanti soprattutto nella cricca di attori di Salvatores.

Il superpotere che vorrei avere.

La pazienza, e far passare il dolore alle persone a me care.

Il mio sogno ricorrente.

Un incubo: l’esame di maturità. Ne avevo una paura terribile e lo sogno ancora spesso, dopo venticinque anni

Cosa apprezzo di più del luogo in cui vivo? 

Di Bolzano apprezzo la facilità di uscire dalla città per trovarmi in posti meravigliosi. C’è l’ imbarazzo della scelta qui!!

Amo il mio lavoro perché… 

Mi permette di rapportarmi con persone eterogeneamente differenti e mi fa scoprire cose che non conosco. Lasciamo però perdere la cronaca nera però, eh!!!

Le persone che ammiro di più sono… 

Sicuramente mia madre e mia moglie, che riescono a supportarmi praticamente sempre.

Le piadine al kamut

Qui Intervista a Francesca Olivetti. E’ nata in marzo nel 1975 a Bolzano. Ha iniziato a muovere i suoi primi passi a Telenuovo Tg Padova, durante il periodo universitario. è giornalista professionista dal 2009 e direttore di Alto Adige Tv dal 2013. Dicono di lei che affronta la vita in maniera naïf, perché va incontro a tutte le situazioni e anche quelle più difficili con il sorriso, ma in realtà è molto sensibile. Ama fare sport, suonare il pianoforte ed essere sempre circondata da persone positive.

La cosa di me che mi piace di più di me.

L’onestà intellettuale.

Il mio principale difetto.

Sono stacanovista sul lavoro.

Il mio momento più felice.

In realtà tutti i giorni… se vanno per il verso giusto.

Da bambina sognavo di diventare…

Giornalista… e con l’impegno e la determinazione il sogno è diventato realtà.

Il capriccio che non mi sono mai tolta.

Un viaggio coast tu coast in America con le amiche dell’Università.

La mia occupazione preferita.

Ascoltare tutti.

Non sopporto…

Chi tropopo parla e poco fa.

Nel mio frigorifero non mancano mai…

Le piadine al Kamut.

Sono stata orgogliosa di me stessa quella volta che…

Sono riuscita ad intervistare il Presidente  della Repubblica Giorgio Napolitano.

L’ultima volta che ho perso la calma.

Che ore sono?

Tre aggettivi per definirmi.

Solare, corretta e ottimista.

Il mio attore preferito.

Al Pacino.

Cosa apprezzo di più del luogo in cui vivo?

L’attenzione, la cura e la tutela del paesaggio.

La persona che ammiro di più.

Mia mamma, per la sua forza, passione, determinazione ed integrità morale.

L’ultima volta che ho pianto.

In un letto d’ospedale mentre tenevo la mano a mio papà che se ne stava andando lentamente.

Il mio motto.

La vita è una ruota che gira, sempre.

L’oggetto a cui sono più legata.

Il mio pianoforte.

La felicità fra i libri

Qui Intervista a Michela Fantini. Originaria di Bolzano, da qualche tempo è divenuta la nuova bibliotecaria di Ora. E proprio dalla biblioteca dove ha ricoperto il suo primo impiego sono iniziati i suoi approcci alla letteratura, allo studio, alla ricerca. è un lavoro, questo, che è riuscito a regalarle belle emozioni che spera di poter trasmettere ai propri affezionati avventori.

La cosa che più mi piace di me. 

L’entusiasmo.

Il mio principale difetto. 

Odio perdere. 

Il mio momento più felice. 

Tutti quelli che ho vissuto. 

Le persone che ammiro di più. 

Mio papà, mia mamma e il mio compagno. 

Un libro da portare sull’isola deserta. 

“Il vecchio che leggeva romanzi d’amore”. 

Il paese dove vorrei vivere. 

Cavareno. 

Il mio piatto preferito. 

Il pasticcio. 

Non sopporto… 

La falsità. 

Per un giorno vorrei essere. 

Un’ape.

La mia paura maggiore. 

La morte. 

Nel mio frigo non manca mai… 

Il latte. 

Se fossi un animale sarei…

Una giraffa. 

Mi sono sentita orgogliosa quando… 

Mi sono laureata. 

Il mio motto. 

La calma è la virtù dei forti. 

Il capriccio che non mi sono mai tolta. 

Fare Bungee Jumping. 

Il giocattolo che ho amato di più. 

Un peluche di nome Topolina. 

I miei poeti preferiti. 

Sono tanti, ma credo che Pascoli e Parini siano quelli che ho amato di più. 

I miei pittori preferiti. 

Van Gogh e Gauguin.

Il dono di natura che vorrei avere. 

Piedi più grandi, così da non faticare nel trovare le scarpe da indossare.

Dico bugie solo… 

Ometto, non dico bugie.

Dove mi vedo fra dieci anni.

Dove sono adesso.

Il colore che preferisco. 

Il nero.

L’ultima volta che ho perso la calma. 

Difficilmente perdo la calma, ma credo che l’ultima volta sia stata lo scorso mese.

Da bambina sognavo… 

Di diventare un pompiere.

Autore: Daniele Bebber

Una surfista a Salorno

È appassionata di calligrafia, bricolage e fotografia. Ama scoprire posti nuovi, sia al caldo che al freddo: è Martina Demanega, nata e cresciuta a Salorno. Le piace il proprio lavoro come addetta alle relazioni pubbliche, perché può utilizzare le proprie capacità creative, organizzative e gestionali allo stesso tempo. è molto attiva nella vita associativa di Salorno.

La cosa che più mi piace di me.

Il fatto che sono una persona che cerca sempre di aiutare.

Il mio principale difetto.

La procrastinazione. 

Il mio momento più felice.

Sono molti, ma scelgo la mia festa di laurea. 

La persona che ammiro di più

Mio nonno Ernest per tutto ciò che ha raggiunto e fatto per la sua famiglia nonostante i tanti momenti difficili. 

Un libro sull’isola deserta.

“How to survive on a desert island”, perché ne avrò bisogno. 

La mia occupazione preferita.

Stare su un balance board circondata da persone a cui voglio bene, ascoltando musica, facendo calligrafia e mangiando del buon cibo.

Il paese dove vorrei vivere. 

A Salorno, confinante con l’oceano e le onde di Teahupoo. 

Il mio piatto preferito. 

Il cibo affumicato che viene offerto durante la tradizionale sfilata di Carnevale del Perkeo a Salorno. 

Non sopporto…

L’ipocrisia e l’arroganza. 

Per un giorno vorrei essere.

Carissa Moore e trascorrere tutto il giorno in acqua.

La mia paura maggiore.

Non utilizzare il tempo nel modo più proficuo. 

Nel mio frigo non manca mai…

Il limone. 

Se fossi un animale sarei.

Un falco, se potessi scegliere. 

Mi sono sentita orgogliosa…

Quando sono riuscita a fare il mio primo take-off sulla tavola da surf. 

Il capriccio che non mi sono mai tolta.

Non ho mai imparato a suonare uno strumento musicale. 

Il giocattolo che ho amato di più.

Forse le mie Bratz o la mia bici. 

I miei poeti preferiti.

Charles Bukowski e Tom Waits. 

I miei pittori preferiti.

Banksy e Salvador Dalí. 

Il dono di natura che vorrei avere. 

Volare.

Dico bugie solo…

Quando mi impapero.

Il colore che preferisco.

I colori del tramonto.

L’ultima volta che ho perso la calma.

Non saprei, riesco a stare calma anche quando mi arrabbio.

Da bambina sognavo…

Una vita alle Hawaii, con le mie amiche.

Autore: Daniele Bebber