Il momento giusto

Qui Intervista a Omar Flavio Careddu, che insegna violoncello e Musica d’insieme a Bolzano. Capace di attraversare i generi musicali ha suonato anche con i “Kastelruther Spatzen” e ha realizzato numerosi concerti in 30 paesi del mondo. Ha registrato molti CD e DVD distribuiti da diverse etichette discografiche. Si esibisce come solista o in duo con la chitarrista Elena Nardo, sua moglie. 

Il mio momento più felice.

Quando la Prof.ssa Elena Nardo (chitarrista), ha accettato di sposarmi e nel corso degli anni abbiamo suonato insieme in più di 150 concerti in tanti paesi e città del mondo.

La persona che ammiro di più.

Martin Luther King, che disse “è sempre il momento giusto per fare ciò che è giusto”.

Il libro da portare sull’isola deserta.

Il Vangelo secondo Giovanni, perché descrive l’amore universale in modo straordinario e umano.

Il mio piatto preferito.

Rougaille, un piatto tipico delle Seychelles, perché, anche se sono nato a Cernusco sul Naviglio, mia mamma era delle Seychelles e mio padre della Sardegna.

Per un giorno vorrei essere…

Una stella per poter ammirare la bellezza e la grandezza dell’universo.

Nel mio frigorifero non mancano mai…

Una bottiglia d’acqua, lo yogurt alla frutta e la frutta esotica.

Il mio  motto.

“Omnia vincit amor” (L’amore vince tutto. Virgilio).

Il capriccio che non mi sono mai tolto.

Riposare più di 5 ore per notte.

Il giocattolo che ho amato di più.

Il pallone di pallavolo che mi hanno regalato i miei genitori da bimbo.

I miei poeti preferiti.

William Shakespeare, Giacomo Leopardi, Alda Merini, Elena Nardo, mia moglie.

I miei pittori preferiti.

Leonardo da Vinci, Michelangelo Buonarroti, Caravaggio, Piero della Francesca.

Il dono della natura che vorrei avere.

Volare.

Il colore che preferisco.

Il rosso.

L’ultima volta che ho perso la calma.

Ieri, davanti alla prepotenza di un ragazzo verso una ragazza. Non sopporto nessun tipo di violenza.

Il mio sogno di bambino.

Sognavo di essere ciò che sono oggi: una persona realizzata e pienamente felice di insegnare violoncello e musica ai giovani, cercando sempre di far comprendere loro che la vita è bella e devono cercare di diventare persone felici e corrette.

Autrice: Rosanna Pruccoli

La pittura e la cucina

Qui Intervista a Arnold Mario Dall’O, un artista affermato. Nato a Cermes, vive a Merano ed ha l’atelier a Lana. Allievo prima e collaboratore poi di Emilio Vedova, ha frequentato la sezione di pittura all’Accademia di Belle Arti di Venezia. Le sue opere sono state in mostra in numerosissime città italiane ma anche all’estero. Le sue tematiche sono il trascorrere del tempo, la morte, la memoria, l’identità. 

La cosa che più mi piace di me.

Il piccolo neo sulla guancia. Identico a quello di papà.

Il mio principale difetto.

L’impazienza.

La persona che ammiro di più.

Mia nonna. Ostetrica, vedova con 4 figlie. Donna umile, credente e sempre felice.

L’occupazione preferita.

L’artista.

Il paese dove vorrei vivere.

Ci vivo già.

Il mio piatto preferito.

Knödel mit Krautsalat e pasta allo scoglio.

Non sopporto…

Gli opinionisti in televisione.

Nel mio frigo non manca mai…

Il prosecco.

Se fossi un animale sarei…

Una rondine. Vivere in due mondi, al sud e al nord.

Mi sono sentito orgoglioso quando…

Lo sono stato dopo aver superato la maturità alla scuola serale, che mi consentì di studiare arte a Venezia.

Il mio motto.

Carpe diem.

Il capriccio che non mi sono mai tolto.

Collezionare oggetti vari.

Il giocattolo che ho amato di più.

L’orsacchiotto. Mi accompagna ormai da 60 anni.

I miei pittori preferiti.

I pittori del rinascimento, poi Rauschenberg.

Il dono di natura che vorrei avere.

Saper volare.

Non sopporto…

La falsità.

Dico bugie solo…

Per non dire la verità.

Dove mi vedo fra dieci anni.

Sono felice, oggi. Mi vorrei vedere così.

Il colore che preferisco.

Il colore tra una gradazione dell’arcobaleno e l’altra.

L’ultima volta che ho perso la calma.

Perdo continuamente la calma, ma cerco di non farlo notare.

Da bambino sognavo…

Di diventare artista o cuoco. Uno dei due sogni è diventato il mio lavoro.
Come cuoco nel mio piccolo non sono male…

Autrice: Rosanna Pruccoli

A tre anni scappavo di casa

Nato nel 1949, ha lavorato come  commesso in un negozio strumenti musicali, geometra, insegnante e  consulente salute e sicurezza sul lavoro. Grande appassionato di musica, suona chitarra, pianoforte, basso e contrabbasso.

La cosa che più mi piace di me.

La mia eterna insoddisfazione.

Il mio principale difetto.

La mia eterna insoddisfazione.

Il mio momento più felice.

Il mio primo assolo di contrabbasso in pubblico. Il brano era Blue Monk.

Da bambino sognavo di diventare..

Cuoco o spazzacamino. Sono state anche le mie prime maschere di carnevale.

Il capriccio che non mi sono mai tolto.

è un segreto e sono ancora in tempo per togliermelo.

Il luogo dove vorrei vivere. 

Parigi.

Il mio piatto preferito.

La soupe d’oignon.

Non sopporto…

L’arroganza.

Sono stato orgoglioso di me stesso quella volta che…

… a quasi 60 anni, ho discusso la mia tesi di laurea in scienze giuridiche.

La prima cosa che faccio al mattino.

Spegno la sveglia e mi giro dall’altra parte.

Il mio attore preferito.

Jean Reno.

Il mio sogno ricorrente.

Perdere l’aereo che da New York deve riportarmi a casa. Ma rimanere a New York è un sogno realizzato, non un incubo.

Il mio ultimo acquisto.

Un regalo per il mio primo nipotino nato a marzo di quest’anno. 

Cosa apprezzo di più del luogo in cui vivo?

L’essere fuori città ma poterla raggiungere facilmente, anche e soprattutto con i mezzi pubblici.

Amavo il mio lavoro perché…

… mi sentivo quasi realizzato anche se la cronaca mostra come gli sforzi fatti per affrontare e risolvere i problemi degli infortuni sul lavoro siano stati parzialmente disattesi.

L’errore che non rifarei.

Non aver voluto andare in Germania per imparare il tedesco dopo gli esami di maturità. Credo di aver perso molte occasioni sotto il profilo culturale, sociale e professionale. 

La persona che ammiro di più.

Mia madre.

Il mio primo ricordo.

Rifugiato sotto il tavolo dell’ufficio dei vigili urbani di Bolzano a mangiar caramelle. Mi avevano trovato che me ne andavo in giro da solo sotto i Portici. A 3 anni scappavo di casa. 

Far volare la mente

Qui Intervista a Massimo Nardin, dottore di ricerca in Scienze della comunicazione e organizzazioni complesse, originario di Salorno lavora a Roma come docente universitario, sceneggiatore, regista, giornalista pubblicista e critico cinematografico.

Il mio momento più felice.

Quando le persone mi cercano perché si fidano di me.

Da bambino sognavo di diventare…

Un costruttore di mondi virtuali (complici probabilmente i mattoncini colorati con cui giocavo per ore).

Il capriccio che non mi sono mai tolto.

Suonare in una rock band. 

La mia occupazione preferita.

Ragionare sulle cose e far volare la mente.

Non sopporto…

La disarmonia.

Per un giorno vorrei essere…

Una creatura degli abissi.

Nel mio frigo non manca mai…

Una mela. Mi piace fredda, dolce e croccante.

Sono stato orgoglioso di me stesso quella volta che…

sono riuscito a rimanere sveglio cinquantasei ore per terminare la correzione delle bozze del mio primo libro.

L’ultima volta che ho perso la calma.

Imbottigliato nel traffico capitolino.

La prima cosa che faccio al mattino.

Apro gli occhi.

Il mio film preferito. 

“Stalker” di Andrej Tarkovskij.

I miei attori preferiti.

Attrice: Mia Goth. Attore: Ugo Tognazzi.

Il superpotere che vorrei avere.

Viaggiare nel tempo. 

Il mio sogno ricorrente.

Mi trovo in abitazioni a me note e scopro con stupore porte che conducono in altre stanze mai viste, tante, luminose e accoglienti, un labirinto inatteso la cui esistenza mi sembra subito impossibile e ovvia insieme.

La disgrazia più grande.

Non vivere pienamente la propria vita.

Cosa apprezzo di più del luogo in cui vivo?

Di Bolzano l’ordine, di Roma il disordine. 

Il mio motto. 

Non c’è un male che non sia un bene.

La massima stravaganza della mia vita.

Ignorare le mode.

Del mio aspetto non mi piace…

La goffaggine quando non sono a mio agio.

Il superpotere di Mork

Bobby Gualtirolo è chitarrista, cantautore e appassionato cinefilo. È un moderato accumulatore compulsivo di libri, fumetti e dischi, ama la natura e il cioccolato.

Il mio principale difetto.
Non sono abbastanza tenace.


Da bambino sognavo di diventare…
Telecronista.


La mia occupazione preferita.
Passare del tempo con le persone cui voglio bene.


Il luogo dove vorrei vivere.
Un’isola.


Il mio piatto preferito.
La pasta..


Non sopporto…
L’ignoranza e la maleducazione che ne deriva, la malafede.


Per un giorno vorrei…
Essere di nuovo nel 1969.


Nel mio frigorifero non manca mai…
Niente.


Se fossi un animale sarei…
Uno di quelli che vanno in letargo.


L’ultima volta che ho perso la calma.
La perdo spesso purtroppo, ma sto migliorando.


La prima cosa che faccio al mattino.
Pregare.


Il mio film preferito.
“L’attimo fuggente” è uno di quelli che mi rappresenta di più.

Il superpotere che vorrei avere.
Quello di Mork: assimilare un libro col solo tocco del dito indice.

Cosa apprezzo di più del luogo in cui vivo.
Che mi fa sempre venir voglia di andarmene.

L’errore che non rifarei.
Fermarmi a tre esami dal conseguire la mia seconda laurea.

L’ultima volta che ho pianto.
Non piango quasi mai, mi commuovo spesso.

Il mio motto.
Viva la vita!


Il mio colore preferito.
Arancione.

Politica, bocce e scacchi

Qui Intervista a Alessandro Bertinazzo. E’ nato nel dicembre 1958 e si è sposato nel 1983. Il suo unico figlio è nato nel 1988. Ha iniziato a lavorare a 17 anni e dall’età di 60 si sta godendo la pensione. Ha lavorato 10 anni da operaio e quindi altri 33 da funzionario pubblico, prima nello Stato e poi in Provincia. Appassionato dalla politica, è da 22 anni segretario provinciale del Partito Socialista. Ha candidato più volte a Sindaco nel comune di Bronzolo, dove è nato. Nel 2005 è stato eletto per la prima volta, nel 2015 la seconda. In tutto è stato 25 anni in consiglio comunale. Da quattro anni presiede la società Bocciofila e la società USD Bronzolo, che quest’anno organizza la 50a edizione della corsa in montagna Bronzolo Aldino.

Le mie occupazioni preferite.

Politica, bocce, scacchi. 

Il luogo dove vorrei vivere.

Toscana, Elba.

Il mio piatto preferito.

I risotti.

Non sopporto…

I voltafaccia.

Nel mio frigorifero non manca mai…

Il formaggio.

Se fossi un animale sarei…

Un lupo.

Sono stato orgoglioso di me stesso quella volta che…

Non ho ceduto alle lusinghe economiche, quando avevo potere decisionale.

L’errore che non rifarei.

Fidarmi dei partner in politica.

Dove mi vedo fra dieci anni

Tra il volonterosi (volontari) e altruisti.

L’ultima volta che ho perso la calma.

è difficile che la perda, ma quando sono arrabbiato può succedere, come avvenuto recentemente  fra bocciofili. Poi mi pento.

La prima cosa che faccio al mattino.

Stacco l’allarme di casa.

Il mio sogno ricorrente

Vedere meno odio e più consapevolezza della fortuna che abbiamo.

La cosa che apprezzo di più nel luogo in cui vivo.

Il saluto delle persone che incontro.

Il mio motto.

Nulla è impossibile e nulla è irrisolvibile; fra alcuni giorni saprò come ho risolto il tutto.

Del mio aspetto non mi piace…

Il peso.

I miei colori preferiti.

Rosso e giallo.

Il mio primo ricordo. 

Un trenino in legno con cui giocavo.

Ogni giorno qualcosa di diverso

Qui Intervista a Fausto Pantano. Nato nel ‘56, dopo vari lavori e un’esperienza decennale come operatore nell’handicap, dal ‘94 al ‘22 si è occupato d’inserimento lavorativo di persone con invalidità. Per dieci anni, dal 2010 al ‘20, è stato referente per la sezione della nostra provincia dell’Associazione Italiana Dislessia – AID. Laureato in Storia Contemporanea a Bologna, è in pensione da due anni. Collabora con la cooperativa sociale Independent, l’Associazione Scioglilingua e il progetto della squadra di calcio G.S. Excelsior. Sposato con un figlio, ama viaggiare, fare giri in bici e in montagna e ha iniziato a percorrere i suoi primi  cammini. La sua musica del cuore è il progressive.

La cosa di me che mi piace di più.

La capacità di stabilire relazioni.

Il mio principale difetto.

Perdere il controllo.

Il mio momento più felice.

Quando è nato mio figlio Michele.

Da bambino sognao di diventare…

Ogni giorno qualcosa di diverso.

Il capriccio che non mi sono mai tolto.

Un viaggio di sei mesi.

Il mio piatto preferito.

Pasta al pomodoro con peperoncino.

Non sopporto…

L’ottusità.

Per un giorno vorrei essere…

Eric Clapton e suonare l’intera giornata.

Nel mio frigorifero non manca mai…

Il Parmigiano Reggiano.

Se fossi un animale sarei…

Un gatto.

Sono stato orgoglioso di me stesso quella volta che…

Mi sono laureato.

Dove mi vedo fra dieci anni.

Dove non lo so ma spero ancora attivo.

Il mio film preferito.

Blade Runner.

Il mio attore preferito.

Stan Laurel.

Il superpotere che vorrei avere.

Parlare tutte le lingue e tutti i dialetti.

Il mio ultimo acquisto.

Scarpe da trekking.

Cosa apprezzo di più del luogo in cui vivo?

La natura e le piste ciclabili.

Amo il mio lavoro perché…

Mi ha consentito di crescere. 

L’errore che non rifarei.

Distrarmi dalla vita.

La persona che ammiro di più.

Mia moglie Vera.

Un mese di ferie…

Qui Intervista a Manuel Mattion, che lavora come referente per le politiche giovanili presso il Comune di Bolzano. Da sempre si occupa di lavorare per e con i ragazzi e mette tutta la sua passione e le sue capacità per valorizzare i giovani bolzanini e creare progetti, iniziative ed eventi dedicati a loro.

La cosa che più mi piace di me.

Cercare sempre il lato positivo delle cose.

Il mio principale difetto.

Faccio fatica a dire di no.

Il mio momento più felice.

La nascita delle mie due principesse.

Da bambino sognavo di diventare…

Calciatore.

Il capriccio che non mi sono mai tolto.

Un mese di ferie.

La mia occupazione preferita.

Fare il papà.

Il mio piatto preferito.

Parmigiana di melanzane.

Non sopporto…

Le persone viscide.

Per un giorno vorrei essere…

Hakuna matata… senza pensieri.

Nel mio frigorifero non manca mai…

Il lievito di birra.

Se fossi un animale sarei…

Un bradipo. Se potessi dormirei tantissimo.

Il mio film preferito.

Sono tanti, troppi. Direi Braveheart cuore impavido.

Il mi oattore preferito.

Robin Williams.

Il superpotere che vorrei avere.

Leggere nel pensiero.

La disgrazia più grande.

La guerra.

La persona che ammiro di più.

Mia moglie che mi sopporta.

L’ultima volta che ho pianto.

Poco tempo fa.

Il mio motto.

Cogli l’attimo.

La massima stravaganza della mia vita.

Forse deve ancora arrivare.

L’oggetto a cui sono più legato.

Una foto della mia classe delle superiori sul comodino.

Del mio aspetto non mi piacciono…

Le unghie delle mani.

La mia principale paura.

Perdere persone vicine.

Il mio colore preferito.

Azzurro.

Cosa apprezzo di più del luogo in cui vivo?

La vivibilità e la pluralità dell’offerta per il tempo libero.

Autori: COOLtour

L’arte come stile di vita

Elisabetta Vazzoler, bolzanina, si è formata dapprima a Venezia dove ha frequentato i corsi di Storia del Teatro e del cinema all’Università Ca’ Foscari e maturando esperienze nel settore del restauro; quindi, trasferitasi in Sicilia si è diplomata presso l’Accademia di Belle Arti di Catania. È l’artista nota per i suoi dipinti che ritraggono ambienti eleganti, privi però di ogni suppellettile atto a connotarne chi li abiti. 

La cosa che mi piace di me.

La perseveranza. 

Il mio principale difetto.

L’umore altalenante. 

Il mio momento più felice.

La nascita di mio figlio. 

La persona che ammiro.

Mio padre.

Un libro sull’isola deserta.

Avviso ai naviganti. 

La mia occupazione preferita.

La pittura. 

Il paese dove vorrei vivere.

In Irlanda. 

Il mio piatto preferito.

La pizza. 

Non sopporto…

Il caldo. 

Per un giorno vorrei essere.

Un uomo.

La mia paura maggiore

Il buio. 

Nel mio frigo non manca…

Il parmigiano. 

Se fossi un animale sarei…

Un cane. 

Mi sono sentita orgogliosa quando…

Ho terminato l’Accademia di belle arti. 

Il mio motto.

Vivere di giorno in giorno.

Il capriccio che non mi sono mai tolta.

Un albergo a 5 stelle.

Il giocattolo che ho amato di più.

Barbie. 

I miei poeti preferiti.

Alcuni testi di Lucio Dalla. 

I miei pittori preferiti.

Gerhard Richter e Daniele Galliano.

Il dono di natura che vorrei avere.

La memoria.

Non sopporto…

Il rumore.

Dico bugie solo…

Se sono costretta.

Dove mi vedo fra dieci anni.

Da sola, con strumenti per dipingere e un pianoforte. 

Il colore che preferisco.

Il verde. 

L’ultima volta che ho perso la calma.

Mi succede spesso, ultimamente. 

Da bambino sognavo…

Di fare la ballerina.

Autrice: Rosanna Pruccoli

Scaglie di cirmolo

è nata in Austria (vicino a Graz) da una famiglia di optanti. Quando lei aveva 5 anni i suoi genitori hanno fatto ritorno in Italia. Molto giovane (non aveva ancora 15 anni) ha conosciuto il giovanotto italiano di cui parla nell’intervista. Con lui ha incontrato ed imparato ad amare la sua famiglia, il suo mondo, la sua cultura (italiana), e questa è stata la sua fortuna. Anche grazie a questo oggi è la persona che è, e cioè un perfetto mix di due lingue e due culture. Sindacalista di lungo corso (dal 1975), è impegnata in ruoli di responsabilità sia a livello locale che anche a livello nazionale. Da sempre è impegnata socialmente e politicamente schierata in maniera chiara.

La cosa di me che mi piace di più.

Essere sempre diretta e sincera (non è sempre facile).

Il mio principale difetto.

Per quanto mi sforzi… fatico a trovarne.

Il mio momento più felice.

L’incontro con il ragazzo che da 50 anni è il mio marito.

La mia occupazione preferita.

Leggere e viaggiare.

Il luogo dove vorrei vivere.

Napoli.

Non sopporto…

La falsità e l’opportunismo.

Per un giorno vorrei essere…

Un uomo.

Nel mio frigorifero non manca mai…

Lo yogurt.

Se fossi un animale sarei…

Un gatto.

Sono stata orgogliosa di me stessa quella volta che…

In realtà io mi vogliono bene e mi piaccio quasi sempre.

Tre aggettivi per definirmi.

Attenta agli altri, curiosa, non banale.

La prima cosa che faccio al mattino.

Prendo una pasticca salvavita.

La disgrazia più grande.

La perdita di persone care e importanti.

Il mio ultimo acquisto.

Scaglie di cirmolo per favorire il buon sonno.

Amo il mio lavoro perché…

Mi piacciono le persone, mi piace tutto ciò che è “vita vera”. Mi permette di aiutare chi ha bisogno.

L’errore che non rifarei.

Gli errori fatti mi hanno fatto crescere. Quindi li rifarei tutti.

La massima stravaganza della mia vita..

Scarpe, scarpe e ancora scarpe.

Del mio aspetto non mi piace…

L’altezza.

Il mio primo ricordo.

Mia nonna (gran bella donna, alta ed altezzosa) con il capo coperto da un fazzoletto…

Il libro che non potrebbe mancare nella mia libreria.

“Die Walsche” di Josef Zoderer.